SPECIALE GPFans: Tutto sulla carriera di Adrian Newey, designer e pilota di F1
SPECIALE GPFans: Tutto sulla carriera di Adrian Newey, designer e pilota di F1
Alessandro Lombardo
Adrian Newey è considerato uno dei designer più brillanti e influenti nella storia della Formula 1 e ora si appresta a collaborare con uno dei piloti più grandi di sempre, Fernando Alonso.
Oltre alle sue comprovate doti progettuali, che gli hanno permesso di guadagnarsi numerosi riconoscimenti e successi, Newey ha anche messo piede in cabina in diverse occasioni. Pur ottenendo risultati interessanti come pilota, la sua esperienza in pista è stata punteggiata da alcune situazioni complicate, per cui il suo percorso alla guida rimane un episodio affascinante e significativo del suo incredibile percorso nel mondo delle corse.
Newey ha iniziato il suo percorso accademico studiando ingegneria aeronautica presso l'Università di Southampton. Dopo aver conseguito la laurea nel 1980, si è unito al team Fittipaldi F1 in qualità di ingegnere, per poi cimentarsi nella Formula 2 Europea, condividendo il cockpit con Johnny Cecotto. Il suo talento, ben presto notato, lo ha portato a entrare a far parte della March come designer, segnando l’inizio di una carriera caratterizzata da innovazioni tecniche e successi in diverse competizioni internazionali.
La March 83G, un’auto sportiva adeguata alle normative GTP, ha portato il team al trionfo nel campionato IMSA: nel 1983 al fianco di Al Holbert e Holbert Racing e l’anno seguente con Randy Lanier e Blue Thunder Racing. Successivamente, Newey ha realizzato la March 85C, monoplazza per IndyCar che ha contribuito al successo di Al Unser nel campionato CART del 1985, mentre Danny Sullivan ha trionfato nella Indianapolis 500. Pochi anni dopo, il designer ha deciso di fare il grande salto in Formula 1, avviandosi verso una carriera destinata a cambiare per sempre lo sport.
Nel 1987 la March fece il suo ritorno in Formula 1 dopo anni di assenza e Newey fu incaricato di progettare la vettura del 1988. Nonostante il sostegno del promotore immobiliare giapponese Leyton House, il budget era molto limitato e nei tre anni successivi il team riuscì a ottenere solo quattro podi; Ivan Capelli sfiorò il successo al Gran Premio di Francia nel 1990 sul circuito di Paul Ricard, per poi essere frenato da problemi legati al motore Judd. Nel 1991 la Williams lo ingaggiò come responsabile del design e i suoi innovativi progetti contribuirono alla conquista di cinque titoli costruttori, con piloti come Nigel Mansell, Alain Prost, Damon Hill e Jacques Villeneuve che si aggiudicarono i titoli mondiali.
Nel 1998 Newey assunse il ruolo di direttore tecnico alla McLaren, guidando il team al titolo costruttori e aiutando Mika Häkkinen a vincere due campionati mondiali. Tuttavia, la scuderia britannica ha poi perso il predominio, prima a causa della coppia dominante formata da Michael Schumacher e Ferrari, e successivamente a causa delle prestazioni di Fernando Alonso con Renault. Più tardi, Newey fece il salto in Red Bull Racing, un team relativamente sconosciuto dopo l’acquisizione della Jaguar nel 2004. La scelta si rivelò vincente: dal 2010 al 2013 la scuderia conquistò quattro titoli costruttori, con Sebastian Vettel che si aggiudicò vari campionati, per poi vedere Max Verstappen imporsi con quattro titoli dal 2021 al 2024 e un ulteriore rafforzamento del palmarès di Red Bull nel 2022 e 2023.
Dal 3 marzo 2025 Newey si unirà all’Aston Martin, non solo con il ruolo di designer ma anche come partner tecnico esecutivo.
Incidenti significativi con auto d’epoca
Appassionato di vetture classiche, Newey non ha esitato a mettersi alla prova anche dietro il volante di auto d’epoca. Possessore di una Ford GT40, celebre per le quattro vittorie alle 24 Ore di Le Mans alla fine degli anni ’60, ha partecipato al Le Mans Classic nel 2006: durante la seconda curva nel chicane di Mulsanne ha subito un forte impatto, che ha lasciato la vettura gravemente danneggiata, mentre lui ha riportato solo un lieve taglio al dito. Nello stesso anno ha condiviso una Jaguar E-Type con Bobby Rahal a Goodwood, ma una manovra evasiva lo ha portato a sbattere violentemente contro un muro, facendolo perdere conoscenza per oltre un’ora e costringendolo a trascorrere una notte in ospedale.
Nel 2007 Newey accettò la sfida di correre nelle 24 Ore di Le Mans insieme a Ben Aucott e Joe Macari, alla guida di una Ferrari F430 GT2 gestita da AF Corse e JMB Racing. Pur essendo una delle poche scuderie composte interamente da piloti dilettanti, l’obiettivo principale era evitare problemi e godersi l’esperienza. In qualifica la vettura si posizionò all’ultima posto nella categoria GT2, con un distacco di quattro secondi dal Porsche di Seikel Motorsport. Durante la gara, la Ferrari si rivelò estremamente affidabile e non subì fermate in box per riparazioni. In una mattinata all’erta durante una pioggia torrenziale, Newey, dopo una sessione tripla di cambi gomme, scambiò battute con il suo ingegnere: “Scommetto che quel pilota non ha moglie né quattro figli”, commento che sottolineava la sua ironia. I tre, mantenendo una guida senza errori, finirono in un rispettabile quarto posto nella classe GT2, classificandosi al 22° posto su 54 vetture; mentre in GT2 i piloti Porsche, Richard Lietz e Patrick Long insieme a Raymond Narac, trionfarono a bordo di una 997 GT3-RSR, e l’Audi R10-diesel di Frank Biela, Emanuele Pirro e Marco Werner si aggiudicò la vittoria assoluta.
Nel gennaio 2008 Newey tornò al volante della Ferrari per disputare le 24 Ore di Dubai organizzate da Khaleji Motorsport. Insieme a Macari, Karim Ojjeh, John Sinders e Rob Wilson riuscì a vincere la classe SP2, nonostante la gara fu segnata da numerosi incidenti e si concluse nel ranking generale dietro un Renault Clio e alcuni BMW diesel.
Newey subisce un altro incidente
Nel 2010 Newey partecipò alla Ginetta G50 Cup a Snetterton, in vista del British Touring Car Championship. Nella prima gara fu eliminato e nella seconda si classificò dodicesimo. Durante la terza prova, dopo un contatto con Julien Draper, l’auto iniziò a slittare e si fermò bruscamente al centro della pista, venendo investita da Tony Hughes che non riuscì ad evitare l’impatto. Il colpo fu violento e costrinse Newey a essere trasportato in ospedale, fortunatamente senza riportare lesioni gravi. Tre anni dopo, nel corso della Lamborghini Super Trofeo a Silverstone, in preparazione alla GT World Challenge Europe Endurance Cup, alla guida di una Gallardo insieme al giornalista Alberto Sabbatini, si classificò all’ottavo posto in una competizione che vedeva impegnate ventuno vetture; tuttavia, durante la sessione di riscaldamento dei pneumatici sul tratto Hangar Straight, la Lamborghini dovette ritirarsi prima di formare parte della griglia di partenza.
Ritorno alle auto d’epoca
Nel luglio del 2010, ancor prima che Red Bull conquistasse il suo primo campionato in Formula 1, Newey ebbe l’occasione di mettersi al volante della sua RB5. Questo modello, risalente al 2009 e che aveva determinato il secondo posto nel campionato grazie a vittorie di Sebastian Vettel e Mark Webber, fu protagonista di un emozionante hillclimb a Goodwood, percorso che Newey affrontò con entusiasmo. Oggi lo vediamo partecipare con regolarità al Goodwood Revival, dove guida vetture d’epoca, e alla Grand Prix di Monaco Storico, disputata ogni due anni prima del Gran Premio ufficiale. Nel 2016 si classificò al settimo posto, nel 2018 all’undicesimo a bordo della leggendaria Lotus 49B, e l’anno scorso riuscì a conquistare un lodevole quarto posto, confermando così come, nonostante i maggiori successi ottenuti come designer, il suo passaggio in pista abbia lasciato un segno indelebile nella storia delle corse.
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