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Hamilton e le squalifiche più strane in F1

Hamilton e le squalifiche più strane in F1

Alessandro Lombardo
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Il team McLaren in Formula 1 a Las Vegas ha visto Lando Norris e Oscar Piastri squalificati a causa di un'usura eccessiva della piastra inferiore. Oggi ripercorriamo alcune squalifiche insolite che hanno segnato la storia della disciplina, inclusa una vicenda legata a Lewis Hamilton.

Dopo il Gran Premio di Las Vegas, in cui la vittoria di Max Verstappen e lo spettacolare show pirotecnico guidato da Mickey Mouse avevano fatto notizia, si celava nei retroscena un'imprevista svolta nella lotta per il campionato mondiale. Alcune ore dopo la gara, con Verstappen già diretto a Monaco, fu comunicato che Norris e Piastri erano stati esclusi dai risultati per non aver rispettato lo spessore minimo obbligatorio della piastra del bolide.

Squalifiche insolite in Formula 1

La normativa impone che, al termine di ogni gara, la piastra inferiore debba misurare almeno 9 millimetri in tutte le sue zone. Nel caso dei piloti McLaren, in alcuni tratti lo spessore risultava compreso tra 8,74 e 8,93 millimetri. Con questa sanzione, Verstappen si è portato avanti di 25 punti su entrambi, riducendo il divario con Norris a 24 punti, con ancora due gare e una sprint da disputare. Sebbene non sia consueto registrare una squalifica così in tarda stagione con impatti significativi sulla corsa al titolo, non è la prima volta che uno o più piloti vengono rimossi dai risultati finali. Ecco alcuni episodi memorabili del passato.

Anche se la bugia vola veloce, la verità la raggiunge

Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, fu protagonista di una vicenda controversa. All’inizio di quest’anno, insieme al compagno Charles Leclerc, era stato squalificato dopo il Gran Premio di Cina perché i bolidi non raggiungevano il peso minimo regolamentare. Torniamo però al 2009, al Gran Premio d’Australia, quando Hamilton e il team McLaren si trovarono al centro di un vero scandalo. Durante un periodo in cui era in pista il safety car, il britannico superò Jarno Trulli in un momento in cui il bolide Toyota di quest’ultimo aveva temporaneamente abbandonato il tracciato per poi rientrare.

Preoccupato, Hamilton contattò il suo staff, che gli ordinò di lasciare passare Trulli, poiché superare in presenza del safety car è severamente vietato. Nella quarta curva il pilota concesse nuovamente il sorpasso e, nonostante lui e il team negassero qualsiasi comunicazione illegale via radio, la FIA interpretò la manovra come un sorpasso illecito. Nel weekend seguente, a Malasia, la verità venne a galla: Hamilton fu squalificato dal Gran Premio d’Australia, il direttore sportivo Dave Ryan venne esonerato e Trulli vide ripristinato il suo posto sul podio.

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Un'apparizione illegale

Ritornando indietro nel tempo, nel 1977 Hans Heyer, un nome ormai quasi dimenticato dai più appassionati, divenne protagonista di una controversia. Pur essendo noto nel mondo dei circuiti touring, il team ATS decise di far ripartire un vecchio chassis della Penske Racing per cimentarsi in Formula 1.

Nonostante la lista dei piloti superasse il limite consentito e Heyer non avesse ufficialmente qualificato, durante il caotico avvio segnato da problemi al sistema dei semafori e diversi incidenti, il pilota colse l’occasione e partì dai box senza aver diritto alla gara. Dopo nove giri, il bolide subì un guasto e i commissari si accorsero della sua partecipazione illegittima, ordinandone la squalifica.

Un aiuto che si è rivelato controproducente

L’episodio più recente risale al turbolento Gran Premio del Brasile 2024, caratterizzato da condizioni meteorologiche estreme. La sessione di qualifiche fu spostata alla mattina di domenica, poche ore prima della gara, e sotto una pioggia incessante Max Verstappen compì una straordinaria impresa, passando dalla diciassettesima alla vittoria, quasi assicurandosi il quarto titolo mondiale consecutivo.

Tuttavia, la sorte non fu altrettanto dolce per tutti: Nico Hülkenberg, in gara per Haas, rimase bloccato in retromarcia nella zona di fuga al giro 27. Nel tentativo di aiutarlo, il personale di pista intervenne spingendo il bolide, un’azione rigorosamente vietata in Formula 1. La bandiera nera venne subito mostrata, segnale inequivocabile di squalifica immediata, costringendo il pilota a rientrare direttamente ai box e diventando il primo dal 2007 a subire una squalifica in gara.

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