La FIA si schiera nel dibattito Verstappen-Mercedes
La FIA si schiera nel dibattito Verstappen-Mercedes
Alessandro Lombardo
Nikolas Tombazis, direttore tecnico della FIA e della Formula 1, ha fatto chiarezza sul futuro dei motori previsti per il 2026, dopo che le recenti dichiarazioni di Toto Wolff e Max Verstappen avevano sollevato interrogativi sulle innovazioni che rischiavano di influenzare il progetto in sviluppo di Andrea Kimi Antonelli.
Negli ultimi giorni, la questione ha animato vivaci dibattiti tra piloti e appassionati, evidenziando conflitti di vedute tra chi scommetteva su audaci prospettive tecnologiche e chi, con maggiore scetticismo, temeva l’impatto di tali ambizioni sul regolamento sportivo e sulla sicurezza in pista.
In un’intervista ad AMuS, Wolff aveva ipotizzato che, a partire dal 2026, le evoluzioni dei motori potessero permettere di raggiungere velocità di 400 km/h. Tuttavia, mentre Carlos Sainz ha reagito con incredulità, Esteban Ocon e Pierre Gasly hanno definito tali affermazioni esagerate e poco realistiche.
Anche Max Verstappen ha sottolineato come le attuali regolamentazioni imposte dalla FIA non consentiranno il raggiungimento di cifre così estreme, ponendo l’accento sull’equilibrio necessario tra innovazione tecnologica e limiti di sicurezza.
Rispondendo alle notizie diffuse da PlanetF1, Tombazis ha precisato che le affermazioni di Wolff non corrispondono alla realtà. "Vi assicuro che non assisteremo a velocità di 400 km/h", ha dichiarato, aggiungendo che il commento doveva essere interpretato in maniera ipotetica, quasi come una battuta che, in teoria e solo in un contesto totalmente diverso, avrebbe potuto essere plausibile.
Il direttore tecnico ha poi spiegato come le norme di gestione energetica rendano impossibile il raggiungimento di tali velocità, sottolineando il costante impegno della FIA nel monitorare e, se necessario, introdurre ulteriori misure di sicurezza.
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Tombazis ha concluso affermando: "Siamo sempre pronti a intervenire, anche se siamo convinti che le regole attuali rendano praticamente irrealizzabile il superamento di quei limiti. Naturalmente, in un ipotetico scenario privo di normativi stringenti, la situazione potrebbe evolversi in maniera diversa, ma la nostra priorità rimane garantire la sicurezza e l’integrità dello sport."
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