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Hamilton at Ferrari

Inizia la battaglia legale di Hamilton per il campionato di F1

Inizia la battaglia legale di Hamilton per il campionato di F1

Alessandro Lombardo
Hamilton at Ferrari

È giunto il momento in cui Felipe Massa si trova a dover difendere la propria posizione nei tribunali per uno degli scandali più controversi della storia della Formula 1.

Nel 2008, durante il Gran Premio di Singapore, il caso noto come “Crashgate” vide l’ex pilota Nelson Piquet Jr. provocare deliberatamente un incidente con la sua Renault per favorire il compagno Fernando Alonso. Questo episodio ebbe delle conseguenze decisive, poiché, in circostanze diverse, la corsa avrebbe potuto essere annullata, garantendo a Massa la possibilità di conquistare il suo primo titolo mondiale invece di vederlo sottratto a Lewis Hamilton.

"In quel momento dovevamo proteggere lo sport evitando uno scandalo di proporzioni inimmaginabili", ha dichiarato un dirigente a F1-Insider, sottolineando come la scelta di usare parole rassicuranti per calmare Piquet sia stata dettata dall’urgenza di mantenere l’ordine. Le stesse informazioni avrebbero giustificato l’annullamento della gara, salvaguardando l’equità del campionato e la possibilità che il titolo andasse effettivamente a Massa. L’affermazione ha gettato nuova luce su una vicenda che, durante tutti questi anni, ha diviso appassionati e addetti ai lavori.

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Ecclestone smentisce la cospirazione per il titolo 2008

Successivamente, Ecclestone ha affermato di non ricordare quell’intervista, aggiungendo che l’intervistatore aveva una limitata padronanza della lingua inglese. Tuttavia, questa dichiarazione ha dato impulso alla decisione di Massa di intraprendere un’azione legale.

Il veterano pilota, ora al fianco di legali, ha infatti deciso di citare in giudizio la Formula 1, la FIA e lo stesso Ecclestone per 60 milioni di sterline, sostenendo che vi sia stata una cospirazione atta a impedirgli di vincere il suo primo – e unico – campionato mondiale. Massa ha spiegato al Times che annullare una gara non rientrava nelle norme vigenti, poiché non esisteva alcuna possibilità legale di modificare l’esito di una corsa, anche in presenza di circostanze anomale.

Inoltre, ha ricordato come Max Mosley fosse consapevole dell’assenza di prove sufficienti per intervenire, e che la situazione si fosse ulteriormente complicata quando il giovane Piquet, rifiutato per la stagione successiva, decise di farsi avanti. Secondo Mosley, non si trattava di un tentativo di insabbiamento, ma di una misura per preservare l’immagine della Formula 1.

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