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Composite of Lewis Hamilton in Ferrari kit in front of the colours of the Italian flag

L'ex pilota della Ferrari difende la presenza di Hamilton nel team

L'ex pilota della Ferrari difende la presenza di Hamilton nel team

Alessandro Lombardo
Composite of Lewis Hamilton in Ferrari kit in front of the colours of the Italian flag

Guardando al futuro della Ferrari, il ruolo di Lewis Hamilton è al centro di un acceso dibattito dopo una stagione travagliata. Il pluricampione del mondo trova nel supporto inaspettato dell’ex pilota Ferrari Arturo Merzario un sostegno importante, specialmente da chi conosce bene le conseguenze di un distacco precoce dalla scuderia.

Merzario ha disputato nove stagioni in Formula 1 con diverse squadre, anche se il suo passaggio in Ferrari fu segnato da numerosi ostacoli, tra cui i contrasti con Jacky Ickx e la perdita della fiducia del leggendario Enzo Ferrari. Inoltre, il pilota partecipò alle prove della celebre monoposto soprannominata “arado”, la quale, pur non avendo mai corso in gara, gettò le basi sulle future vetture campioni.

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Hamilton affronta un inizio difficile in Ferrari

“Nel 1973 decisi di lasciare la scuderia”, ricorda Merzario in un’intervista a Gazzetta dello Sport. “Dopo aver aiutato Mauro Forghieri in un momento di crisi, la situazione divenne insostenibile e optai per andarmene prima delle ultime gare della stagione.” Hamilton vive ora una situazione analoga dal suo arrivo a Maranello, riaccendendo il dibattito sul suo futuro in Formula 1.

Merzario è deciso: Hamilton non deve arrendersi. “La battaglia non è ancora conclusa; basterà attendere il momento giusto per rischiare, e non si accontenterà mai di una posizione modesta”, sottolinea. L’ex pilota aggiunge che, se il campione dovesse cambiare team, possiede il talento necessario per trovare una nuova opportunità. Hamilton ha già più volte dimostrato la sua grandezza, mentre Charles Leclerc deve ancora confermare di essere un vero campione.

Infine, Merzario ipotizza che l’arrivo di Hamilton a Maranello possa nascondere anche interessi di natura commerciale. “A mio avviso, il suo ingaggio fu più una mossa di marketing che una scelta sportiva,” commenta, precisando che molti all’interno della Ferrari hanno messo in questione tale decisione. Quando un pilota non si sente pienamente valorizzato e parte integrante del team, la sua motivazione ne risente profondamente.

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