La stampa italiana ha reagito con preoccupazione al Gran Premio di Spagna, dove Lewis Hamilton e la Ferrari sono stati al centro di critiche aspre. Il pilota britannico si è classificato sesto, posizionandosi decisamente dietro il pilota Sauber, Nico Hulkenberg, episodio che lo ha spinto in un'intervista post-gara in cui ha definito la sua prestazione "terribile", assumendosi la piena responsabilità degli errori.
Testate italiane come il Corriere della Sera hanno espresso giudizi altrettanto critici, evidenziando come il rapporto tra Hamilton e la scuderia sia ormai segnato da una crisi profonda. Il giornale ha deplorato la perdita di rispetto nei confronti di un grande campione e la tristezza di assistere a una performance compromessa, che alimenta inquietudine tra i tifosi.
In pista, le comunicazioni radio e le interviste obbligatorie hanno rivelato il crescente peso della pressione su Hamilton. Il pilota, un tempo simbolo di determinazione, fatica a tenere il passo con Leclerc e si trova a dover conciliare il desiderio di riconquistare quella scintilla inconfondibile con il sentirsi incompreso e non sufficientemente supportato dal suo team. A soli nove Gran Premi, la delicatezza del rapporto con la Ferrari è divenuta evidente, alimentando critiche impietose da una schiera di sostenitori ora esigenti e poco indulgenti.
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Potrà Hamilton riprendersi con la Ferrari?
Il tono malinconico dell'ex campione di Formula 1, evidenziato anche nel suo dialogo malinconico, è divenuto un leitmotiv per i media italiani. Sebbene una vittoria nello sprint race e un quarto posto a Imola abbiano offerto un momento di sollievo, questi risultati non sono riusciti a dissipare le preoccupazioni sulla sua forma attuale. La Ferrari fatica a lottare per un podio, mentre il compagno Charles Leclerc ha saputo sfruttare al meglio la vettura SF-25, conquistando un secondo posto a Monaco e un terzo a Barcellona.
Questa disparità di prestazioni, unita alle crescenti difficoltà di Hamilton nel guadagnare posizioni di rilievo, ha colpito duramente la fiducia del pilota. Già dall'inizio della stagione 2024 si sollevano dubbi sull’impatto dell’età sulle sue performance. Persino Nico Rosberg, ex compagno di Mercedes e campione di F1, ha osservato che i 40 anni iniziano a pesare, soprattutto in confronto ai giovani del panorama attuale. "Anche il migliore, a un certo punto, rallenta. È un processo inevitabile legato all'età", ha commentato per Sky F1, sottolineando come una differenza di appena una decima possa fare la differenza in uno sport tanto esigente.
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